Il centro è in grado di offrire servizi di supporto per le missioni interplanetarie e lunari e di consentire lo sviluppo di attività di radioscienza.
Il SDSA condivide con il Sardinia Radio Telescope (SRT) una parte delle dotazioni e delle infrastrutture, ma ha un suo equipaggiamento ed un centro di controllo specifico per comunicare con i veicoli spaziali. SRT, realizzato dall’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, la Regione Sardegna e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, è dedicato alla radioastronomia ed è operato dall’INAF.
SDSA è diventato ora ufficialmente operativo nell’ambito del Deep Space Network della NASA, ma fornirà anche servizi di comunicazione e navigazione anche per le sonde interplanetarie europee, in connessione con la rete ESTRACK dell’ESA. Nata grazie ad accordi tra l’ASI e l’INAF ed a uno specifico accordo ASI-NASA, che ne assicura l’impiego per una molteplicità di missioni interplanetarie in collaborazione con il Jet Propulsion Laboratory (JPL), l’antenna consentirà agli scienziati di captare i debolissimi segnali che emettono i satelliti e sonde interplanetarie nello spazio profondo. Il suo debutto è stato legato alla fase finale della missione di Cassini nel sistema di Saturno, dove il SDSA ha seguito gli ultimi giorni del lungo viaggio della sonda prima del suo tuffo nell’atmosfera del pianeta avvenuto il 15 settembre 2017.
Gli accordi stipulati tra ASI e INAF prevedono attività esclusive dell’Agenzia nel campo della ricerca scientifica e tecnologia, con infrastrutture, equipaggiamento e operazioni di comunicazione e tracking legate al deep space ed attività di comune interesse che riguardano settori come la Radio Scienza, il tracciamento degli Space Debris e lo Space Weather. Un’ampliata capacità, quella del SDSA, che sarà incrementata in fasi successive per dare al paese una piena Deep Space Ground Capability che porterà l’Italia ad essere sempre più coinvolta nelle missioni interplanetarie in corso e future.
I passi successivi del programma di sviluppo del SDSA prevedono il rafforzamento delle dotazioni strumentali e umane che permetteranno la piena capacità operativa del SDSA nel fornire servizi completi come stazione per il deep space internazionale, affiancando all’attuale capacità di ricezione in banda X, quella in banda Ka e, a seguito di una opportuna fase di progettazione, la trasmissione nelle bande X e Ka, quest’ultima specificatamente per la radio scienza.
Il SDSA ha l’obiettivo di fornire servizi di navigazione e comunicazione per missioni Deep Space (oltre 2 milioni di km dalla terra) e Near Earth (entro 2 milioni di km, con particolare specializzazione alle missioni lunari) di esplorazione robotica ed umana e di supportare ambiziosi esperimenti scientifici. Il SDSA, infatti, verrà impiegato per le missioni dell’ASI e di altre Agenzie Spaziali e per attività di ricerca congiunta con l’INAF, altri enti di ricerca e università, offrendo molteplici occasioni di collaborazione in ambito nazionale ed internazionale.
Il SDSA non sarà impiegato di norma per operazioni di routine, ma fornirà principalmente servizi di navigazione e comunicazione definiti di livello 1/prioritari, riservati per eventi di missione significativi, critici e maggiormente sfidanti e opererà inoltre per il supporto in caso di emergenze e per operazioni speciali, così come fornirà la necessaria ridondanza in attività ad alto rischio, come quelle per l'esplorazione umana, che si predisporrà a servire, a partire da quella lunare, in vista di quella marziana.
SDSA supporterà la ricerca e la sperimentazione tecnologica in ambito delle telecomunicazioni, in particolare per la Human Exploration, e offrirà nuove opportunità di ricerca alla comunità scientifica spaziale italiana nei settori della radio scienza, dell'astrofisica, della planetologia e della fisica fondamentale, direttamente tramite la raccolta dati, la effettuazione di misure e la sperimentazione e, indirettamente, offrendo molteplici occasioni di partecipazione a varie missioni spaziali.
Le elevate prestazioni richieste per SDSA saranno anche indicate per supportare missioni Deep Space realizzate con CubeSat, anche in formazione, come la gestione di esperimenti/strumenti sulla superficie di Luna e pianeti, come già previsto in EMM.
La prima unità di ricerca esterna dell’ASI, posta presso l’Osservatorio dell’INAF di Cagliari, svolge già, grazie al SDSA, attività di analisi dati, di sperimentazione e ricerca che abbracciano vasti ambiti scientifici e tecnologici spaziali connessi alle svariate tipologie delle missioni interplanetarie. L’unità SDSA esegue anche la ricerca congiunta con l’INAF, in settori di comune interesse. Un accordo tra ASI e la NASA firmato nel 2018 - che subentra a quello sottoscritto nel marzo del 2017 - regola le ulteriori attività programmate di sviluppo delle capacità del SDSA e delle attività supporto del SDSA alle missioni della NASA, compresa l'acquisizione dei dati di tracciamento e telemetria delle sonde interplanetarie, nonché la validazione del sistema e le operazioni di missione. Inoltre è stata sottoscritta un’intesa tra ASI e Università di Cagliari,, dedicata alle attività di ricerca e sviluppo in diversi campi della ricerca scientifica spaziale.
L'entrata in funzione del Sardinia Deep Space Antenna è il primo passo di un lungo e ambizioso percorso che punta a raggiungere la piena capacità in trasmissione e ricezione in modo da contribuire alla gestione delle future missioni verso Marte.