Un’avventura iniziata oltre cinquecento anni fa, di cui l’Italia è stata ed è protagonista.

Dal telescopio di Galileo alla conquista dello spazio con il lancio, nel 1957, dello Sputnik, primo mezzo costruito dall’uomo a raggiungere l’orbita terrestre. Nei decenni successivi l’invio nello spazio di sonde e satelliti ha consentito di esplorare il nostro Sistema planetario fino ai suoi limiti estremi, e di studiare lo spazio profondo come i telescopi da Terra non avrebbero mai potuto fare. Oggi l’Italia, attraverso l’ASI, è in prima fila in molte delle più emozionanti imprese spaziali

‣ Le aree

Da Mercurio, Marte e Giove fino agli asteroidi e agli esopianeti

Lo studio dei fenomeni più potenti dell'Universo

Lo studio dell'Universo primordiale e delle leggi della gravitazione

‣ News

MARTEDÌ 24 SETTEMBRE 2024

Samuel Ting presenta i risultati dell’esperimento AMS in ASI ‣

Il seminario ha visto la partecipazione del presidente dell’ASI Teodoro Valente
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MERCOLEDÌ 11 SETTEMBRE 2024

Pubblicata la Global Exploration Roadmap GER 2024 ‣

Il documento è stato curato dall’International Space Exploration Coordination Group, di cui fa parte anche l’ASI MORE...

MARTEDÌ 10 SETTEMBRE 2024

La Terra e la Luna viste da Majis ‣

Lo spettrometro a bordo della missione Juice ha effettuato alcune misurazioni del nostro pianeta e della Luna nel corso del flyby del 19 e 20 agosto MORE...

GIOVEDÌ 22 AGOSTO 2024

Juice, successo del primo flyby Luna-Terra ‣

La sonda Juice dell’Esa ha effettuato il primo sorvolo del sistema Luna-Terra, utilizzando la gravità di entrambi i corpi celesti per dirigersi prima verso Venere e poi verso Giove MORE...

MARTEDÌ 30 LUGLIO 2024

Dopo DART-LICIACube, su Didymos e Dimorphos anche i massi parlano ‣

Difesa planetaria, detriti spaziali e asteroidi Near-Earth: questo il tema dell’edizione speciale pubblicata oggi da Nature Communications, e nella quale rientra una serie di cinque articoli – due dei quali a guida INAF – che analizzano le caratteristiche della coppia di asteroidi Didymos e Dimorphos, osservati da vicino dagli strumenti della sonda DART prima dell’impatto sul secondo dei due, in un primo esperimento di difesa planetaria realizzato da NASA e ASI

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