Nasa motiva il ritardo subito dal lancio inaugurale di Artemis date le incognite dell'ultimo fatidico test che la missione affronterà dal 17 marzo

25 Febbraio 2022

Un lancio ad aprile non è più possibile per Artemis I, la prima missione del programma lunare della Nasa Artemis che, grazie anche al contributo italiano, mira all’orbita e alla superficie lunare come nuovo traguardo per l’esplorazione umana dello spazio.

La missione dimostrativa Artemis I, che vedrà il debutto dello Space Launch System (Sls) per portare la navicella Orion priva di equipaggio intorno alla Luna, è ora prevista non prima di maggio, ma molto probabilmente è destinata a slittare ulteriormente e arrivare così all’estate. Questo ritardo è stato comunicato durante una conferenza stampa online tenutasi ieri 24 febbraio in cui gli esperti Nasa hanno condiviso gli aggiornamenti sugli ultimi test che la missione prevede.

Il motivo principale che spinge Artemis I più in là è la durata, e ancor di più le incognite, dell’ultimo grande test cruciale che la missione dovrà affrontare prima del lancio. Un esame di maturità chiamato ‘prova generale bagnata’ (wet dress rehearsal).

«È un test complicato, quindi continuiamo a valutare la finestra di maggio, ma stiamo anche riconoscendo che c'è molto lavoro davanti a noi», ha detto durante la conferenza stampa Tom Whitmeyer, vice amministratore associato per lo sviluppo dei sistemi di esplorazione presso la sede della Nasa a Washington, durante una conferenza stampa virtuale.

Il prossimo 17 marzo, Orion e Sls usciranno dal Vehicle Assembly Building (Vab), dove finora hanno effettuato i test previsti, e in circa 12 ore raggiungeranno la rampa di lancio 39B al Kennedy Space Center della Nasa in Florida.

Qui effettueranno il fatidico test che permetterà agli ingegneri Nasa, operativi dal Launch Control Center e dalle altre stazioni esattamente come previsto per il futuro lancio di Artemis I, di catturare quanti più dati possibili sulle prestazioni di tutti i sistemi che fanno parte di Sls e della navicella Orion, nonché dei sistemi di terra.
Saranno verificati, dunque, tutti i passaggi cruciali che si susseguiranno il giorno del lancio, lift off escluso ovviamente. Il team testerà le operazioni per caricare il propellente nei serbatoi del razzo (per questo il test si definisce bagnato) e condurrà un conto alla rovescia per il lancio completo.

«Ci vorrà circa un mese, dal momento in cui raggiungiamo la rampa di lancio, per l'esecuzione della prova e di nuovo il ritiro di Orion e Sls nel Vab – ha affermato durante la conferenza Mike Sarafin, responsabile della missione Artemis I  – la variabilità temporale dipenderà dalle condizioni meteorologiche o da eventuali inconvenienti tecnici sui quali saremo chiamati a lavorare».

Dopo l’eventuale successo di questa ultima prova, Orion e Sls torneranno nel Vab per ulteriori analisi ed elaborazioni e solo allora la Nasa potrà fissare una data ufficiale per il lancio di Artemis I.

«La finestra di lancio di maggio ora individuata va dal 7 al 21 – ha affermato Whitmeyer – Se Artemis I subirà un ulteriore slittamento, la successiva opportunità sarà dal 6 al 16 giugno. E la finestra successiva dal 29 giugno al 12 luglio».

Non è ancora chiaro, quindi, quando finirà l’attesa per il debutto del nuovo programma umano per la riconquista della Luna, sfida che vede un importante ruolo dell’Italia già dal suo atto inaugurale.

Il Modulo di Servizio Europeo (Esm), che Orion testerà in ambiente lunare durante Artemis I, è stato realizzato con un importante partecipazione dell’industria italiana: Thales Alenia Space ne ha infatti curato per l’Esa la struttura e i sottosistemi critici del modulo, compreso la protezione dai micrometeoriti e il controllo termico. Tutte parti fondamentali per garantire le condizioni vitali e di sicurezza per gli equipaggi che parteciperanno alle future missioni del programma Artemis.

Inoltre, il volo inaugurale di Artemis vedrà l’Sls imbarcare, oltre alla capsula Orion, 13 microsatelliti di cui ArgoMoon è l’unico europeo, o meglio italiano. Ideato e sviluppato da Argotec, finanziato e gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana, il cubesat made in Italy dovrà documentare la fase del distacco della capsula Orion dal secondo stadio del lanciatore.

Sono anche italiane, quindi, le speranze che l'ultima fase di test di Artemis I, momento cruciale che si aprirà tra circa tre settimane, venga superata con successo per dare ancor più concretezza al nuovo sogno di tornare sulla Luna.

 

Immagine: vista ravvicinata dello Space Launch System della Nasa all'interno del Vehicle Assembly Building al Kennedy Space Center in Florida. (Credito d'immagine: Nasa/Frank Michaux)

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