La missione Spei Satelles, il Custode della Speranza in lingua latina, ha superato il primo importante step che la porterà al lancio nel mese di giugno dalla base di Vandenberg in California. Nella notte italiana di sabato 13 maggio, un team del Politecnico di Torino ha infatti completato con successo l’integrazione del satellite a bordo del veicolo di trasferimento orbitale ION di proprietà di D-Orbit, azienda di logistica spaziale, che si occuperà del trasporto e del rilascio del CubeSat. Per arrivare a questo risultato gli studenti dell’ateneo torinese, guidati dalla prof.ssa Sabrina Corpino, hanno progettato e costruito il satellite in tempi record in stretta sinergia con il team di gestione dell’Agenzia Spaziale Italiana. L’integrazione del satellite, avvenuta nel sito di lancio di SpaceX, ha rappresentato un’esperienza unica per i giovani componenti del team, e una tappa importante del loro percorso formativo.
La missione Spei Satelles è promossa dal Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e ha il compito di portare in orbita un nanobook ideato dal CNR, versione miniaturizzata del libro “Perché avete paura? non avete ancora fede”, che racchiude le parole più importanti pronunciate da Papa Francesco durante la “Statio Orbis” del 27 marzo 2020 quando, in piena pandemia, in una piazza San Pietro deserta, pregò per dare speranza all’umanità flagellata dal Covid. Durante la sua vita operativa, Spei Satelles trasmetterà anche un segnale radio contenente messaggi di pace e speranza desunti dal magistero del Santo Padre, che potrà essere ricevuto a terra con una strumentazione amatoriale.
L’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino ha realizzato anche un sito web www.speisatelles.org dal quale sarà possibile seguire l’evolvere della missione e ottenere una boarding pass virtuale scrivendo il proprio nome in un chip che Spei Satelles custodirà in orbita. Il logo della missione spaziale è stato realizzato nell’ambito di un progetto didattico dagli studenti dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia e contiene tutti gli elementi che la caratterizzano, a partire dalle iniziali di Spei Satelles, due lettere esse che, disposte in maniera speculare, indicano la complementarità di “terra” (la semicirconferenza inferiore) e “cielo” (la semicirconferenza superiore), oltre a segnare l’orbita del satellite attorno al nostro pianeta.
Una missione realizzata da giovani che coniuga tecnologia e fede per nutrire la speranza in un futuro migliore.
In alto: il rendering del CubeSat
Didascalie
Foto 1 - Il team del Politecnico di Torino: Sabrina Corpino, Professore Associato, DIMEAS - Giorgio Ammirante, ricercatore del DIMEAS - Vincenzo Calabretta, studente di Master in Ingegneria Aerospaziale - Nicola di Gruttola Giardino, studente di Master in Computer Engineering & Embedded Systems
Foto 2 - Il team in camera pulita: Vincenzo Calabretta, studente di Master in Ingegneria Aerospaziale - Luca Bartolucci, studente di Master in Ingegneria Aerospaziale - Leonardo Maria Festa, studente di Master in Ingegneria Aerospaziale - Giorgio Ammirante, ricercatore del gruppo di ricerca AeroSpace Systems Engineering del DIMEAS
Foto 3 - Il CubeSat
Foto 4 - Il logo della missione