Il nuovo intergruppo parlamentare ha come obiettivo quello di sensibilizzare il Parlamento in modo trasversale, sia attraverso le commissioni, sia attraverso i gruppi politici, ai temi dell'aerospazio italiano.
Alla firma erano presenti il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Giorgio Saccoccia, il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, il segretario del Comitato interministeriale per lo spazio di Palazzo Chigi, Carlo Massagli, il consigliere del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Stefano Gualandris, il capo del Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca del ministero per l'Istruzione, Universita' e Ricerca (MIUR) Giuseppe Valditara, il presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Nichi D'Amico e i rappresentanti delle industrie.
Il nuovo Intergruppo sarà uno strumento per dare visibilità e attenzione allo Spazio quale settore trainante per lo sviluppo del Paese e per il suo posizionamento nel novero delle potenze spaziali. L'iniziativa segue l'esperienza della passata legislatura, quando l'Intergruppo costituito nell'ottobre del 2014 fu protagonista del processo che portò all'adozione della nuova governance nazionale, accentrando la responsabilità politica del comparto nelle mani del presidente del Consiglio fornendogli così il supporto di un apposito Comitato interministeriale. Oggi come allora, l'esigenza su cui poggia l'iniziativa è quella rafforzare l'approccio da sistema-Paese, coinvolgendo sul tema il Parlamento, il governo, le istituzioni, le componenti industriali e il mondo della ricerca. Nell’incontro inoltre è emerso che l'Europa investirà 16 miliardi di euro nel settore spaziale e della cosiddetta space economy nel periodo 2021-2027.
Per Saccoccia, "la capacità industriale e di ricerca italiana nel settore spaziale è eccezionale. Lo dimostrano i numeri: circa 250 aziende, soprattutto piccole e medie imprese, con circa 7.000 addetti il cui numero è cresciuto del 15% negli ultimi 5 anni, e quasi 2 miliardi di fatturato nel 2017. Inoltre - ha aggiunto il presidente ASI - per ogni euro investito in questo settore il ritorno è di circa 4 euro, e le nostre previsioni, grazie ad esempio al programma di osservazione della Terra in cui il nostro Paese ha investito molto, è di crescere fino a 7 euro", ha precisato. "Questi risultati sono stati raggiunti, nonostante l'Italia investa nello spazio un terzo di Francia e Germania. È quindi importante - ha concluso Saccoccia - aumentare i finanziamenti italiani in vista della ministeriale di novembre dell'Agenzia Spaziale Europea".