Mentre Nasa ed Esa scelgono l'orbita per il Lunar Gateway i progetti per rendere i futuri habitat lunari vanno avanti all'insegna della sostenibilità

Nasa ed Esa hanno deciso quale sarà l’orbita del Lunar Gateway. L’avamposto lunare, che farà da base alle prossime missioni dirette sul nostro satellite,  seguirà un percorso altamente eccentrico, percorrendo un’orbita quasi rettilinea che lo porterà da  un punto minimo di 3000 chilometri  di vicinanza a una distanza massima di 70.000 chilometri dalla superficie. Secondo i tecnici, quest’orbita è ideale per pianificare missioni a lungo termine e per limitare al massimo il numero di eclissi alle quali l’avamposto sarebbe sottoposto.

L’assemblaggio della stazione dovrebbe partire già dal 2020 e per mantenere l'orbita prestabilita saranno necessari frequenti manovre di riposizionamento. Parallelamente, in vista dello sbarco umano previsto nel 2024, si stanno studiando soluzioni per il mantenimento delle strutture che saranno costruite sulla superficie lunare. A questo proposito, Esa e Azimut Space, stanno collaborando per verificare se è possibile realizzare mattoncini di regolite, in grado di immagazzinare calore da usare quando le infrastrutture saranno avvolte dalla gelida notte lunare, che può durare fino a 16 giorni.

I mattoncini realizzati con la regolite lunare permetterebbero catturare e conservare l’energia solare durante il giorno, proprio come fanno sulla terra i pannelli solari e di mantenere la base e le infrastrutture al caldo quando fa buio. Ma non è tutto. L’uso di materiali locali, rappresenterebbe un’alternativa di sviluppo altamente sostenibile, dato che la regolite potrebbe essere utilizzata in futuro anche per la costruzione di utensili e strumenti per gli habitat umani.

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