ERS-1 (European Remote-Sensing satellite) è stata la prima missione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nell'ambito dell’Osservazione della Terra, ideata per effettuare il monitoraggio ambientale soprattutto nello spettro delle microonde. Il satellite è stato lanciato il 17 luglio 1991, a bordo di un vettore Ariane 4 dallo spazio porto di Kourou in Guyana francese, ed è stato collocato in un’orbita eliosincrona polare.
ERS-1 si trovava ad un’altezza media di circa 780 chilometri e il suo set di strumenti comprendeva, tra l’altro, sensori a microonde attivi e passivi, un Radar ad Apertura Sintetica (SAR) e un radiometro termico all'infrarosso; all'epoca si trattava del satellite europeo più sofisticato e più grande (2400 chilogrammi di peso e 12 x 12 x 2,5 metri di dimensioni).
Gli strumenti di ERS-1 hanno consentito di effettuare una vasta gamma di misurazioni in vari ambiti dell’Osservazione della Terra: monitoraggio degli oceani e delle calotte glaciali polari, geologia, batimetria, controllo del territorio e delle coperture boschive.
La missione di ERS-1 è terminata il 10 marzo 2000, a causa di un’avaria al sistema di controllo. Il satellite, comunque, aveva ampiamente superato la vita operativa prevista e in quasi 9 anni di attività ha compiuto 45mila orbite polari, registrando oltre 1 milione di immagini.
Anche l’ASI ha avuto un coinvolgimento in questa missione: all'inizio degli anni '90, infatti, l’agenzia ha stipulato con l’ESA un accordo per realizzare l’Italian Processing and Archiving Facility (I-PAF) e, successivamente, un accordo per l’Italian Processing and Archiving Centre (I-PAC) per il trattamento dei dati acquisiti dal satellite ERS-1 e dai suoi successori, sempre ‘targati’ ESA, ERS-2 ed ENVISAT; le due strutture si trovano presso il Centro di Geodesia Spaziale ASI di Matera.