Isolation and Confinement Environment study in suBmariners and alliance crew as space anaLogues and microbial characterization of arctic sUb-surface Environment

05 Agosto 2025

Il 3 agosto ha avuto inizio la prima fase del progetto ICE-BLUE, con i campionamenti a bordo di Nave Alliance, Unità da ricerca della NATO equipaggiata e condotta dalla Marina Militare, in partenza dal porto norvegese di Tromsø per la campagna artica High North 25 e il cui rientro è previsto il 28 agosto.

ICE-BLUE è un progetto a guida dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), in partnership con l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), che prevede la collaborazione dell’Università di Firenze (Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali Cliniche “Mario Serio”), dell’Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari), dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Dipartimento di Psicologia) e dell’Università Sapienza di Roma (Dipartimento di Medicina Molecolare).

Lo studio nasce nell’ambito di una collaborazione tra l’ASI e la Marina Militare (MM), componente marittima della Difesa, volta a promuovere attività scientifiche finalizzate ad una migliore comprensione degli effetti sulla fisiologia e psicologia umana dell’isolamento e confinamento, due condizioni comuni al volo spaziale e ai contesti in cui opera il personale della MM, quali i sommergibilisti e gli equipaggi coinvolti in attività in ambienti estremi.

Nell’ambito del progetto ICE-BLUE sarà condotta un’analisi sistematica ed integrata di molteplici parametri psico-fisici, dal livello molecolare al neurofisiologico e comportamentale, nell’equipaggio e nel personale dell’Istituto Idrografico della Marina impegnati nella missione.

“Questa sarà solo la prima fase del progetto, che prevede nell’arco del 2026 anche il coinvolgimento del personale sommergibilista della Marina Militare” commenta così Serena Pezzilli, responsabile del progetto per ASI.

“Siamo estremamente entusiasti di quella collaborazione che ci permetterà di distinguere gli effetti psicofisici dovuti ad isolamento e confinamento rispetto a quelli propri del volo spaziale, che comprendono anche esposizione a radiazioni cosmiche e microgravità. I risultati di ICE-BLUE saranno confrontati con quelli ottenuti nell’ambito del progetto “astRNAuts”, in cui abbiamo studiato gli effetti del volo spaziale su astronauti della missione privata Axiom 3” aggiunge Davide De Pietri Tonelli, responsabile scientifico del progetto ICE-BLUE per IIT.

Con il progetto ICE-BLUE, ASI intende non solo sostenere la ricerca in ambito biomedico ma anche astrobiologico, due filoni di estrema rilevanza nel contesto dell’esplorazione umana dello spazio profondo. La missione di Nave Alliance, infatti, offrirà anche l’opportunità unica di raccogliere campioni di acque profonde e sedimenti sul fondale del mare Artico. L’analisi di tali campioni consentirà di caratterizzare le comunità microbiologiche presenti nelle profondità marine artiche e comprendere le condizioni limite della vita sulla Terra in ambienti terrestri estremi analoghi alle Lune ghiacciate di Giove e Saturno.

“Lo studio di ICE-BLUE contribuirà a consolidare ulteriormente la collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana e la Marina Militare” sottolinea Francesca Ferranti, Responsabile Scientifico del progetto per ASI, che aggiunge “crediamo che questa partnership possa fornire un solido contributo all’identificazione di contromisure a beneficio degli astronauti e al personale operativo della Marina Militare”.

In alto: Nave Alliance (Crediti: Marina Militare) 

 

 

 

Foto 1. Fase di raccolta del microbioma cutaneo

Foto 2. Kit di provette fornito a ciascun partecipante per la raccolta dei campioni biologici

Foto 3. Fase di svolgimento dei test cognitivi e misurazione della funzionalità cardiaca e cerebrale attraverso l’utilizzo di un dispositivo wearable

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