Lo strumento italiano JIRAM a bordo della missione Juno  ha osservato le regioni dell'emisfero equatoriale/sud incluso il cratere Tashmetum

06 Agosto 2021

Il 20 luglio, Juno ha compiuto un fly-by di Ganimede passando a una distanza di ~50.000 km, ottenendo immagini e spettri della luna ghiacciata grazie alla fotocamera/spettrometro a infrarossi JIRAM, strumento italiano supportato dall’Agenzia Spaziale Italiana  e a guida INAF. In precedenza, il 7 giugno 2021 e il 26 dicembre 2019, Juno era passata rispettivamente a 1000 km e 100.000 km, ottenendo mappe visibili e infrarosse della luna più grande del sistema solare. La diversa geometria osservativa dei vari passaggi ravvicinati ha fornito l'opportunità di vedere per la prima volta la regione polare nord e confrontare la diversità nella composizione tra le latitudini basse e alte di Ganimede.

Durante il flyby del 2019 JIRAM è stato in grado di osservare l'emisfero settentrionale, mentre durante il flyby del luglio 2021, JIRAM ha coperto le regioni dell'emisfero equatoriale/sud, incluso il notevole cratere Tashmetum. Le osservazioni a infrarossi di JIRAM sono sotto forma di immagini e spettri della superficie e forniscono nuove informazioni sul guscio ghiacciato di Ganimede e, indirettamente, sulla composizione dell'oceano di acqua liquida sottostante, dando una stima dell'abbondanza di sali e sostanze organiche nel ghiaccio d'acqua crostale. Le immagini del recente passaggio a 50.000 km hanno una risoluzione di circa 10 km.

Alessandro Mura, team leader dello strumento, nota che «JIRAM ha osservato regioni non precedentemente mappate ed è stato in grado di studiare la variabilità locale superficiale. È estremamente importante capire le diverse caratteristiche che distinguono le regioni polari da quelle equatoriali, al fine di comprendere i processi di space weathering e individuare quale parte della superficie sia rappresentativa della composizione originale di Ganimede».

Giuseppe Sindoni, Responsabile di Progetto ASI per JIRAM, sottolinea che «l’Italia si conferma ancora una volta come importante contributore nella scienza del nostro Sistema Solare ed, in particolare, lo strumento JIRAM si sta rivelando sempre più fondamentale nella comprensione dell’intero sistema gioviano».

Infatti, le alte latitudini sono dominate dal ghiaccio d'acqua, con granulometria fine, che è il risultato dell'intenso bombardamento di particelle cariche, chiaramente visibile nella banda di assorbimento dell’acqua a 2 µm. Al contrario, le basse latitudini sono schermate dal campo magnetico intrinseco di Ganimede. Quindi le bande di assorbimento del ghiaccio d'acqua sono più deboli e gli spettri più rappresentativi della composizione chimica originale, in particolare degli altri costituenti come sali e sostanze organiche.

Le osservazioni di Juno aiutano a preparare il terreno per le future missioni spaziali, come la missione ESA/JUICE, che esplorerà le gelide lune galileiane con un'enfasi su Ganimede, e NASA/Europa Clipper, che si concentrerà su Europa.

Foto in apertura: immagine multispettrale di Ganimede acquisita dalla fotocamera infrarossa JIRAM a bordo della sonda Juno il 20 luglio 2021 ad una distanza di circa 50.000 km. L’immagine è stata ottenuta componendo 20 immagini in banda M (in rosso) e 20 immagini in banda L (in blu). Crediti: INAF-ASI 2021

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