La Deep Space Food Challenge cerca idee per nuove tecnologie o sistemi di produzione alimentare che minimizzino sia le risorse che gli scarti fornendo cibo salutare, nutriente e gustoso per le missioni di esplorazione umana di lunga durata. La challenge, finanziata dalla NASA e dalla Canadian Space Agency, è aperta a team internazionali ed ha lo scopo di supportare lo sviluppo di soluzioni che potrebbero avere anche benefici terrestri più ampi ed un impatto sulla produzione alimentare in tutto il mondo, ad esempio in ambienti estremi, in regioni povere di risorse e in nuovi luoghi come le aree urbane.
La competizione si sviluppa in sei fasi e la premiazione è prevista il prossimo settembre. La challenge è aperta ai team internazionali. Nel corso della fase finale di settembre, le 10 squadre internazionali con il punteggio più alto potranno ambire al titolo di 'Challenge winners'. La scadenza per la consegna delle proposte è fissata a metà maggio.
«Le nuove missioni di lunga durata previste nei prossimi anni verso la Luna e poi Marte spingeranno lo sviluppo di innovazioni e tecnologie in moltissimi ambiti. Le collaborazioni internazionali sono la chiave del successo, così come aprirsi a nuove idee che vengono da settori apparentemente lontani dallo Spazio - afferma Gabriele Mascetti, Responsabile dell'Ufficio Volo Umano e dell'Unità Coordinamento Scientifico dell'Agenzia Spaziale Italiana - la nutrizione e la salute sono un esempio formidabile di come le ricerche in ambito spaziale possano avere ricadute in ambiti terrestri. Il processo di liofilizzazione, il latte in polvere, il sistema HACCP sono solo alcuni esempi. La firma degli ARTEMIS Accords e lo sviluppo degli esperimenti per la prossima missione di Samantha Cristoforetti sulla ISS, pongono l’Italia, ancora una volta, in prima fila nello sviluppo scientifico e tecnologico rivolto allo Spazio, puntando a ottenere anche ricadute a uso terrestre».