La corsa alla colonizzazione della Luna vede l’Italia in pole position tra i protagonisti internazionali in questo decennio appena iniziato. La lunga e consolidata esperienza delle industrie nazionali e del mondo della ricerca spaziale, coordinate dalle istituzioni governative, ha consentito all’Italia di proporsi come partner affidabile, riconosciuto dalla comunità mondiale.

Eclissi di Luna del 15 giugno 2011

La conquista della Luna, questa volta per restarci, vede le collaborazioni del nostro paese con Esa e Nasa consolidate e inserite in un percorso avviato di presenza umana nello spazio, che forte degli oltre vent’anni di cooperazione in orbita bassa sulla Stazione spaziale internazionale, ora punta alla conquista del nostro satellite.

La cornice entro la quale si sta concretizzando l’obiettivo di un ritorno dell’uomo alla Luna è il programma della Nasa Artemis, che prevede entro il 2024 l’allunaggio della prima donna e del prossimo uomo, l’assemblaggio in orbita cislunare del Lunar Gateway, una Stazione spaziale in versione ridotta, discese sul suolo lunare e la costruzione di un campo base sulla superficie della Luna. Il tutto in preparazione di future missioni umane verso Marte. L’impianto normativo si articola in collaborazioni bilaterali e multilaterali, con partner istituzionali, partner privati e specifiche collaborazioni con l’Agenzia Spaziale Europea e gli altri partner della Iss, per una nuova versione della corsa alla conquista del nostro satellite naturale la Luna e poi del pianeta rosso.

Una nuova corsa allo spazio, in cooperazione con altre nazioni e nel rispetto dei principi guida del Trattato delle Nazioni Unite sullo spazio extra-atmosferico (OST) del 1967, che sancisce le condizioni per i Paesi nell’esplorazione e nell’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico.

In questo contesto l’Italia, oltre a operare all’interno dell’Esa tramite l’Asi, ha definito la sua partecipazione al programma in un bilaterale con la Nasa tenutosi il 25 settembre del 2020, per poi firmare i primi Artemis Accords italo-americani a ottobre dello scorso anno.

Crediti immagine: Giuseppe Bianco ASI Centro di Geodesia Spaziale di Matera

 

 

 

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