Quale futuro attende la Stazione spaziale internazionale? Mentre si avvicina il 2024, data ventilata per il pensionamento della stazione, si parla di estenderne l’operatività grazie al supporto delle aziende private. Ma sono ancora molte le incertezze da affrontare

L’utilizzo della Iss o di alcuni suoi moduli da parte delle aziende spaziali potrebbe infatti aiutare le agenzie a concentrarsi sui nuovi obiettivi strategici come l’orbita cislunare e Marte, conservando l’eredità scientifica della stazione e risparmiando al tempo stesso sui costi.

Ma le cose non sono così semplici, e negli ultimi tempi sono aumentate le incertezze rispetto alla commercializzazione della Iss. L’ostacolo principale è l’accumulo di ritardi da parte dei principali attori privati che dovrebbero restituire alla Nasa autonomia nel trasporto spaziale. Non è chiaro quando i veicoli Starliner di Boeing e Crew Dragon di SpaceX saranno pronti a far viaggiare astronauti, dal momento che i test con e senza equipaggio di entrambe le aziende sono stati rimandati per diversi problemi tecnici.

Un altro fattore di incertezza sul futuro utilizzo della Iss riguarda le camminate spaziali. Nei prossimi 12 mesi, afferma la Nasa, è in programma un gran numero di EVA, con un alto livello di complessità. Questo prevede una manutenzione non indifferente del sistema energetico della stazione, attività inizialmente non prevista e che potrebbe allungare i tempi rispetto a una privatizzazione della casa spaziale. Lo ha affermato ieri il manager del programma Iss della Nasa durante una conferenza ad Atlanta: le prossime attività extraveicolari richiederanno ore extra di lavoro da parte degli astronauti, e questo probabilmente avrà un impatto sui programmi di ricerca della Nasa. Gli esperimenti scientifici sulla Iss previsti dall’agenzia statunitense potrebbero infatti non essere completati entro il 2024, e quindi è possibile un prolungamento delle attività sulla stazione prima che si possa passare il testimone ai privati.

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