Compie 10 anni la missione Gaia, lanciata il 19 dicembre 2013 con il vettore Soyuz-Fregat.
Il target di questa missione spaziale, che fa parte del programma scientifico dell’ESA, è ottenere una mappa tridimensionale della Via Lattea, rivelandone la composizione, la formazione e l’evoluzione; Gaia ha ottenuto in questi 10 anni risultati che hanno superato di gran lunga gli obiettivi iniziali della missione, dimostrandosi uno strumento cruciale per studiare la formazione della nostra galassia attraverso misure astrometriche, fotometriche e spettroscopiche di altissima precisione di quasi due miliardi di stelle.
Gaia sta ottenendo dati astrometrici di grandissima precisione, duecento volte maggiore di quelli di Hipparcos, e informazioni astrofisiche sulla luminosità nelle diverse bande spettrali che permetteranno di studiare in dettaglio la formazione, la dinamica, la chimica e l’evoluzione della Via Lattea. Per i grandi risultati conseguiti in ambito astrofisico, nel 2023 la Collaborazione Gaia è stata insignita del premio Lancelot M. Berkeley.
"Il catalogo Gaia sarà uno dei più grandi e ricchi cataloghi astronomici mai realizzati e si arricchirà ancora prima del termine della missione operativa e con il rilascio della DR4 prevista non prima della fine della fine del 2025 - commenta Cristina Leto, Responsabile di programma dell'Agenzia Spaziale Italiana per la missione Gaia - I risultati della missione Gaia continuano e continueranno in futuro a rivoluzionare la nostra visione della Galassia".
In tutto questo scenario sono fondamentali i contributi alla missione forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana e dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). L’Italia vi partecipa con una quota di circa il 20% facendone la nazione che, con la Francia, contribuisce maggiormente all’impresa. In particolare, l’ASI co-finanzia, insieme ad INAF, le attività del Consorzio Scientifico degli scienziati italiani che partecipano al Gaia DPAC (Data Processing and Analysis Consortium); si tratta del consorzio che - costituito da circa 450 tra ricercatori e tecnologi e finanziato in gran parte dalle maggiori agenzie spaziali ed istituti di ricerca europei - ha la piena responsabilità della riduzione dei dati della missione.
L'ASI ha realizzato - e gestisce insieme ad INAF - le operazioni di uno dei 6 Gaia Data Processing Centres (DPCs) europei, il DPCT, presso il Centro ALTEC (Torino), dove si implementano le pipeline di analisi scientifiche, realizzate dall’INAF-OATo, di responsabilità Italiana. Il DPCT è uno dei 6 Gaia Data Processing Center che costituiscono il ground segment scientifico della missione; con 2.5 PB di spazio storage è uno dei più grandi database di misure astronomiche esistente in Italia.
L’ASI supporta le attività di sfruttamento scientifico dei dati anche tramite la partecipazione diretta dell’ASI Space Science Data Center (SSDC), che è uno dei quattro Partner Data Center di Gaia e che mette a disposizione della comunità scientifica italiana e internazionale i dati della missione attraverso il portale dedicato GaiaPortal@SSDC.
“Il catalogo prodotto da Gaia comprende circa 1.8 miliardi di oggetti. Permettere agli scienziati di navigare in maniera semplice ed efficiente all’interno di questa enorme mole di dati e di confrontarli con quelli ottenuti da altre survey nell’ottico e nel vicino infrarosso, è il cuore del portale sviluppato in SSDC, che ha richiesto la realizzazione di una infrastruttura HW e SW dedicata sviluppata in una collaborazione strategica tra ASI e INAF”, commenta Gianluca Polenta, Responsabile dell’ASI SSDC.
In alto: Gaia (Crediti: ESA)