Il cacciatore di esopianeti PLATO, in partenza nel 2026, ha superato un altro step fondamentale. Nella giornata odierna è stata completata l’ispezione finale del primo Telescope Optical Unit (TOU) della missione che al termine della giornata è stato collocato nel suo contenitore di trasporto in vista della spedizione della prossima settimana alla volta del Centro Spaziale di Liegi (CSL). Qui avverrà l’integrazione della prima delle 26 Camere che costituiscono il complesso occhio del satellite. L’ispezione finale era volta a verificare lo stato dell’unità prima della consegna al CSLper l’integrazione sulla Camera PFM e ne ha verificato la conformità rispetto ai numerosi requisiti.
L’ispezione si è svolta in una camera pulita di classe ISO 7, dove il TOU Proto flight model si trova montato sul suo Manipulation Ring posizionato direttamente sulla parte inferiore del contenitore di trasporto. Il personale di Leonardo, ASI e INAF ha verificato lo stato di pulizia dell’unità, l corretta installazione dell’hardware di controllo termico (sensori di temperatura e riscaldatori) con il relativo cablaggio dei cavi e ha controllato l'assenza di danni sulle superfici trattate. Ora il Telescopio, chiuso nel suo contenitore di trasporto, è pronto per essere spedito in Belgio. L’appuntamento è fissato nella giornata del prossimo 7 dicembre.
“Il primo telescopio di volo della missione PLATO è stato realizzato in linea con le prestazioni scientifiche attese e nei tempi previsti dalla pianificazione dell’ESA - afferma Barbara Negri, responsabile del Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’ASI - questo importante risultato ha confermato la grande capacità dell’industria italiana nel campo della progettazione di sistemi ottici per lo spazio, supportata in modo ottimale dall’ASI e da un team scientifico altamente competente.”
PLATO, terza missione di classe media del programma ESA Cosmic Vision, avrà come obiettivo fare un censimento dei pianeti di massa simile alla Terra in orbita attorno a stelle luminose, misurandone la dimensione, la massa e l’età con precisione mai raggiunta prima. Grazie ai suoi 26 piccoli telescopi, la missione permetterà di vedere per la prima volta i sistemi solari simili al nostro, di capire quanto questi siano frequenti e di comprendere quanto frequentemente si realizzano nel cosmo le condizioni per lo sviluppo della vita.
“Una classe di requisiti molto importanti da verificare nell’ispezione finale di un oggetto di volo - ha affermato Daniele Brienza, Product Assurance Manager di ASI - riguarda il suo stato di pulizia: a tal fine abbiamo osservato le superfici esterne del TOU usando luce bianca e una speciale lampada a luce ultravioletta. Qualora siano individuate particelle o contaminazione molecolare, le superfici vengono pulite con un aspiratore e all’occorrenza con un panno imbevuto di alcol ispopropilico.”
Una peculiarità della missione PLATO è che a bordo del satellite ci saranno 26 di questi telescopi, organizzati in una matrice che genera il suo grande campo di vista, fondamentale per raggiungere gli sfidanti obiettivi scientifici della missione.
“Con questo primo modello di volo, denominato “PFM - modello protoflight - ha commentato Mario Salatti, Program Manager ASI del progetto - si sono validati in maniera approfondita i processi da utilizzare per la costruzione di una piccola serie di altri 25 telescopi. Fare in modo che i telescopi una volta in orbita garantiscano le prestazioni richieste dagli scienziati ha richiesto una estesa campagna di test per verificare le prestazioni del telescopio, avvalendosi di strumentazione appositamente disegnata per questa missione per riprodurre a terra le condizioni dell’ambiente spaziale nel quale opererà il satellite. Il team sta procedendo speditamente per approntare gli altri telescopi in accordo con gli impegni presi con i partner internazionali”.
Il team italiano, di cui fanno parte anche ricercatori dell’Università di Padova e lo Space Science Data Center dell’ASI, ha contribuito alle attività scientifiche necessarie a definire i requisiti, a verificare le performance strumentali e a preparare l’analisi dei dati.
I prossimi due anni saranno ricchi di impegni per i partecipanti italiani alla missione: si prevede, infatti, la consegna di 3 telescopi TOU ogni due mesi.
Il contributo italiano a Plato è notevole e articolato: sotto il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana - che finanzia le attività industriali per la realizzazione delle parti di responsabilità italiana per la missione e fornisce il supporto al team scientifico – e la supervisione di ricercatori INAF, ideatori del progetto ottico - le strutture opto-meccaniche dei telescopi sono costruite e sottoposte a test per la verifica delle prestazione da Leonardo, Thales Alenia Space Italia e le PMI Media Lario s.r.l., HST s.r.l. e Gestione Silo s.r.l.
Sempre sotto il coordinamento di ASI e la supervisione di INAF, che ha realizzato anche il software, l’italia contribuisce alla missione PLATO con la Instrument Control Unit (ICU), costruita negli stabilimenti di Livorno dalla Kayser Italia. Infine un team INAF coordina le attività di sviluppo e verifica presso industrie e istituti di ricerca dei paesi europei che afferiscono al PLATO Mission Consortium per tutte le 26 Camere di PLATO, in conformità con l'accordo multilaterale stabilito con l'ESA.
Immagine in apertura: il team della missione ASI, INAF e Leonardo. Per ASI il Program Manager Mario Salatti, il System Engineer Raffaele Piazzolla e il Product Assurance Manager, Daniele Brienza. Credit: ASI