Il workshop sul rischio asteroidale organizzato congiuntamente da UE e ESA in questi giorni, è dedicato ai cosiddetti “Impattori Imminenti” - asteroidi relativamente piccoli (alcune decine di metri) ma comunque in grado di provocare danni al suolo. Si tratta di osservati speciali perché viste le piccole dimensioni verrebbero scoperti con un preavviso assai breve (dell’ordine della settimana) e, se si vuole essere pronti a fornire tempestivamente informazioni utili alla protezione civile, bisogna non solo determinarne con precisione la traiettoria ma anche utilizzare i grandi telescopi astronomici per ottenere una loro caratterizzazione fisica.
È infatti molto diverso se a giungere al suolo sarà un grosso monolite metallico oppure ciò che rimane di un aggregato incoerente di rocce. Per questo il progetto europeo NEOROCKS, guidato da INAF e a cui partecipa anche l’ASI, prevede un esperimento di “risposta rapida” allo scopo di sondare la capacità degli asset europei di affrontare il rischio degli impattori imminenti. L’esperimento, coordinato dall’ASI in qualità di leader del work package dedicato alla cooperazione internazionale, è stato coronato da pieno successo.
I telescopi robotizzati di Deimos, guidati dagli algoritmi di SpaceDys, hanno puntato in tempo reale l’asteroide 2022 GC1, appena scoperto su una traiettoria che sarebbe passata vicino alla Terra. Ciò ha permesso di attivare subito TNG – il Telescopio Nazionale Galileo dell’INAF (Isole Canarie), equipaggiato con la strumentazione necessaria a una caratterizzazione fisica dell’asteroide. Il tutto nell’arco di qualche giorno. Una prima volta che ha meritato un posto di rilievo al workshop e che assume una valenza strategica nell’ottica del futuro coinvolgimento dell’Unione Europea nella gestione dei servizi di Planetary Defence previsti dal suo Programma Spaziale.
In alto: il Telescopio Nazionale Galileo (INAF) e nel riquadro l’osservazione dell’asteroide 2022 GC1 (indicato dalla freccia).