Protagonista della conquista della Luna pur non avendo mai messo piede sul nostro satellite. Michael Collins, l’astronauta della Nasa che ha guidato l’Apollo 11 nella storica missione del 1969, ci ha lasciato da poche ore a 90 anni. Era uno dei tre componenti della missione che, insieme a Neil Armstrong e Buzz Aldrin, portò per la prima volta l’uomo sulla Luna nel luglio del 1969. Collins, pilota collaudatore, era nato il 31 ottobre del 1930 a Roma, dove suo padre prestava servizio come addetto militare presso l’ambasciata americana. Fu selezionato dalla Nasa nell’ottobre del 1963 e tre anni dopo volò per la sua prima missione nello spazio a bordo della Gemini 10, insieme a John Young per un volo di tre giorni, durante i quali Collins uscì dalla capsula per una attività extraveicolare.
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Fu lui a disegnare il logo della missione Apollo 11, nel quale non inserì i nomi degli astronauti per far capire che, ad andare sulla Luna, non fossero solo loro tre, ma l’intera umanità. Ritiratosi dalla Nasa nel 1970, è stato il primo direttore del Museo dell’Aria e dello Spazio di Washington, il più grande ed importante del mondo.
Era molto riservato, ma era sempre pronto alla battuta. Ha scritto “Carrying the fire”, da molti considerato il miglior libro scritto da un astronauta.
Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Giorgio Saccoccia, insieme a tutto il personale dell’Agenzia, esprime il suo cordoglio alla Nasa e ai familiari dell’astronauta scomparso, protagonista straordinario di una epoca di grandi conquiste e di nuove frontiere di esplorazione.
In basso: la foto scattata da Collins, poco prima dell’aggancio del modulo lunare al cui interno ci sono i suoi due colleghi di avventura. Sullo sfondo la Terra. In questa foto, Collins riprese l’intera umanità vivente in quel momento ad eccezione di se stesso.