Il vettore europeo VEGA di nuovo sulla rampa in attesa del lancio dalla base spaziale di Kourou. A bordo tra i payload che verranno rilasciati dal nuovo sistema di distribuzione di satelliti SSMS, anche un laboratorio di microgravità – DIDO3 - nato dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana e quella Israeliana ISA, in cooperazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero della Scienza e della Tecnologia di Israele
La riapertura della base di lancio europea della Guyana Francese è affidata al lanciatore dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) VEGA, vettore di concezione italiana realizzato dalla società AVIO di Colleferro alle porte di Roma il cui lancio, inizialmente programmato a marzo e rinviato a causa della pandemia Covid-19, è previsto alle 3.51 (ora italiana) del 21 giugno.
La missione VV16 non segna solo il ritorno al volo di Vega, ma anche l’esordio del sistema di distribuzione di satelliti dell’ESA, Small Spacecraft Mission Service (SSMS), un dispenser che consentirà di mettere in orbita 53 tra nano, micro e minisatelliti (da 1kg a 400kg) a beneficio di 21 clienti di 13 Paesi. Un nuovo strumento che consentirà di moltiplicare la capacità di lancio di Vega. La realizzazione della piattaforma SSMS è il risultato di una collaborazione tra società italiane e della Repubblica Ceca che vede l’Italia come capofila.
“Il lancio del Vega rappresenta simbolicamente la ripartenza dell’Italia dello spazio dopo il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19, che ha rallentato la produzione ma non ha spento la creatività e la voglia di innovare di questo importante comparto dell’economia italiana. Ora, l’Italia dello spazio ha ripreso a correre. Una storia di grande successo quella del Vega che ha inanellato 14 lanci di successo di fila, un fatto assolutamente non scontato nel trasporto spaziale. Grazie poi al SSMS, Vega sarà ancora più competitivo e versatile ed avrà la capacità di portare in orbita una grandissima quantità e varietà di piccoli satelliti per fare fronte alla crescente richiesta da parte dell’utenza istituzionale e commerciale”, è il commento del presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Giorgio Saccoccia.
Sostanziosa la parte del carico utile che vede coinvolta l’Italia che con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) porterà in orbita un cubesat DIDO-3 contenente un laboratorio per esperimenti in microgravità a controllo remoto frutto di un accordo internazionale tra ASI, Agenzia Spaziale Israeliana (ISA), Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e Ministero della Scienza e Tecnologia (MOST).
A bordo di DIDO-3 quattro esperimenti congiunti italo-israeliani nei settori della ricerca biologica e farmacologica – controllati da terra attraverso un’applicazione mobile - che vedono, per la parte italiana, il coinvolgimento dell’Università Federico II di Napoli, dell’Università di Roma 3, dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università di Bologna.
Tra i piccoli satelliti che saranno messi in orbita anche un altro contributo italiano: ION CubeSat Carrier (In Orbit NOW) – sviluppato dalla società D-Orbit - si tratta di un vero e proprio satellite, di ingombro ridotto e del peso di circa 150 kg di massa complessiva, che ha la funzione di trasportatore di cubesats.
Sintesi degli esperimenti italo-israeliani
ARGTM (Università Federico II di Napoli)
Studio dell'effetto della microgravità sulla resistenza agli antibiotici di agenti patogeni di rilevanza clinica e sulla loro patogenicità in microgravità. Una migliore comprensione dell'effetto delle condizioni ambientali, inclusa la microgravità sulla diffusione di geni resistenti agli antibiotici, può portare allo sviluppo di nuove e migliorate terapie e misure di prevenzione per trattare e prevenire le infezioni resistenti agli antibiotici anche a terra.
MAMBO (Università di Roma 3)
Valuterà la gestione terapeutica dei farmaci durante i voli spaziali, ed in particolare se la microgravità influisce sul loro rilascio a livello plasmatico alterandone i livelli di disponibilità con effetti avversi per il paziente.
SPACELYS (Università di Bologna)
SpaceLysis ha lo scopo di studiare come la microgravità influenza l’attività del lisozima (una proteina presente nel sangue che partecipa alla risposta immunitaria) in cellule di uno specifico substrato batterico. In questo modo si andranno ad investigare in maniera più approfondita le modalità di risposta agli agenti patogeni nello spazio.
NOGQUAD (Università di Tor Vergata)
L'esperimento fornirà informazioni sul ruolo della microgravità nell'assemblaggio del quadruplex G, una struttura facente parte del DNA che svolge un ruolo di controllo dell'espressione genica e che è implicata nell’insorgenza di diverse malattie, come ad esempio disturbi neurologici quali sclerosi laterale amiotrofica (SLA), o la sindrome dell'X Fragile.