Cosa accadrebbe se, di colpo, tutti i satelliti smettessero di funzionare? Quali le ricadute di un blackout satellitare nella nostra vita di tutti i giorni? È il tema nel primo episodio de Lo Spazio in Tasca, la nuova miniserie ideata e raccontata da Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. E se si spegnessero i satelliti? online su ASITV, Youtube e sui canali social dell’Agenzia, è la prima di 5 video-pillole che intendono narrare in modo chiaro e immediato quanto le tecnologie spaziali influenzino il nostro presente — dalle comunicazioni alla navigazione, dalle previsioni meteorologiche alla sicurezza — e quanto l’Italia contribuisca, con ricerca e innovazione, allo sviluppo dello scenario spaziale internazionale.
Attraverso un linguaggio semplice e diretto, la miniserie accompagna il pubblico in un viaggio che connette orbite, satelliti, missioni e intelligenza artificiale, raccontando come l’esplorazione dello Spazio sia ormai parte integrante della nostra vita quotidiana e mettendo in luce il ruolo di primo piano svolto dall’Italia in questo settore.
Il prossimo episodio “Chi si prende cura di satelliti e astronavi dello spazio?” sarà online il 4 novembre.
Gli episodi successivi saranno pubblicati ogni due settimane e offriranno nuove prospettive e curiosità sullo Spazio e sulle sue ricadute sulla Terra. La miniserie si concluderà il 16 dicembre, in occasione della Giornata Nazionale dello Spazio.
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LO SPAZIO IN TASCA
E se si spegnessero i satelliti? (Versione estesa)
Immaginate se, di colpo, tutti i satelliti artificiali smettessero di funzionare, anche solo per poche ore. Quali potrebbero essere le conseguenze? Beh, gli effetti di un blackout totale sarebbero vastissimi, in alcuni casi drammatici, difficili da prevedere e tamponare nell’immediato.
Sarebbe un evento che certamente finirebbe sui libri di storia.
Pensiamo ai servizi di navigazione e posizionamento che ormai tutti noi utilizziamo attraverso i nostri smartphone. Con un blackout satellitare navi, treni, aerei, droni, automobili, cellulari - circa 10 miliardi di utilizzatori - perderebbero posizione geografica e sincronizzazione temporale. Una condizione che, se anche durasse solo poche ore, potrebbe essere causa di caos generalizzato e incidenti. Non solo. Banche e uffici internazionali legati alle borse e tutti quegli istituti che usano il GNSS, il sistema satellitare di navigazione globale per sincronizzare le transazioni in modo certificato, sarebbero impossibilitati ad operare e risulterebbero quindi ‘bloccati’.
Nel campo delle telecomunicazioni le conseguenze interesserebbero certamente le missioni spaziali, che usano i satelliti per comunicare dati e informazioni, con effetti a catena difficili da prevedere.
La TV satellitare sarebbe indisponibile per milioni di spettatori. Come pure le comunicazioni internazionali che risulterebbero gravemente compromesse. E anche se oltre il 90% della rete globale passa su cavi oceanici, per aerei e navi e per le aree remote che dipendono parzialmente o totalmente dal satellite, compreso l’Antartide e zone poco popolate, l’interruzione sarebbe totale.
Nel settore di Osservazione delle Terra il danno si tradurrebbe nella perdita di alcuni TB al giorno, dati preziosi, utili al monitoraggio ambientale delle infrastrutture e a garantire la sicurezza. Anche le previsioni del tempo sarebbero compromesse e si tornerebbe al meteo basato esclusivamente sulle stazioni a terra.
I satelliti per l’esplorazione dell’universo risentirebbero subito del blackout delle telecomunicazioni satellitari, la loro indisponibilità ci renderebbe ‘ciechi’ sia nel campo della scienza dell’universo che della sorveglianza planetaria, rendendo impossibile l’individuazione di asteroidi o altri oggetti celesti che potrebbero costituire una minaccia per la Terra.
Nel campo della difesa questo evento comporterebbe l’attivazione dei piani B che si prevedono per operazioni critiche, come ponti radio temporanei, soluzioni alternative al satellite quali droni e palloni stratosferici.
Ma il settore che forse verrebbe più penalizzato sarebbe quello della gestione delle emergenze: durante un evento catastrofico, il solo utilizzo dei mezzi terrestri, senza il supporto dei satelliti, porterebbe la gestione emergenziale indietro di un secolo.
Lo spegnimento di tutti i satelliti avrebbe quindi certamente un impatto drammatico su scala globale, facendo piombare l’umanità, sotto certi aspetti, in un nuovo medioevo.
Ma quindi dobbiamo preoccuparci? È davvero possibile che, improvvisamente, tutti i satelliti smettano di funzionare contemporaneamente? Fortunatamente, siamo ben lungi da correre questo rischio. I satelliti oggi sono dotati di avanzati sistemi di ridondanza, cioè di elementi e procedure di backup, che si attivano automaticamente in caso di necessità e scongiurano un blocco totale dei servizi anche in situazioni estreme, come una tempesta solare. Oltre a ciò, molti satelliti sono progettati per ‘aiutarsi’ tra loro in situazioni di emergenza: è il caso dei sistemi di navigazione e posizionamento statunitense ed europeo, rispettivamente Gps e Galileo, che sono spesso utilizzati da altri sistemi per la ritrasmissione di dati. Senza contare che la popolazione satellitare opera su orbite diversificate, usa frequenze diverse, si differenzia per obiettivi di missione e durata di vita e molti satelliti sono spesso dotati di autonomia in caso di assenza di controllo, in modo da garantire l’operatività senza soluzione di continuità.
Insomma, possiamo dormire sonni tranquilli: quando ci sveglieremo domattina, avremo ancora lo spazio… in tasca.
Tutti gli episodi di "Lo Spazio in Tasca":
Episodio 1: “E se si spegnessero i satelliti?” - 21 ottobre
Episodio 2: “Chi si prende cura di satelliti e astronavi dello spazio?” - 4 novembre
Episodio 3: “L’Italia nel Sistema Solare” - 18 novembre
Episodio 4: “Quanto Spazio c’è nella tua giornata?” - 2 dicembre
Episodio 5: “L’AI nello Spazio” - 16 dicembre





