Per la prima volta nella storia dell’astronomia è stata individuata la precisa provenienza di alcuni fast radio burst, i potenti bagliori di onde radio provenienti dallo spazio profondo scoperti nel 2007

Per la prima volta nella storia dell’astronomia è stata individuata la precisa provenienza di alcuni fast radio burst, i potenti bagliori di onde radio provenienti dallo spazio profondo scoperti nel 2007. Solitamente si manifestano come un impulso radio transitorio, con durata di pochi millisecondi. Si tratta di lampi molto luminosi nella banda radio, provenienti da regioni del cielo esterne alla Via Lattea. La scoperta, pubblicata su Science, è frutto del lavoro di un team internazionale di ricercatori che, dopo 12 anni di osservazioni, avvalendosi del potente occhio del radiotelescopio australiano Askap, ha determinato il punto esatto dell’evento cosmico con una precisione senza precedenti: l’esplosione proviene da una galassia di dimensioni simili alla Via Lattea, situata a circa 3,6 miliardi di anni luce di distanza.

La raffica di onde radio sarebbe stata identificata in un’area a 13.000 anni luce di distanza dal centro della galassia stessa. L’ammasso stellare è stato poi osservato dai tre telescopi ottici più grandi al mondo – Keck, Gemini e Vlt – grazie ai quali è stato possibile realizzare una mappa ad alta risoluzione dell’esplosione cosmica. I fast radio burst viaggiano per miliardi di anni e occasionalmente attraversano nubi di gas: quando questo accade le diverse lunghezze d’onda che compongono un fast radio burst sono rallentate.

Alla fine raggiungono la Terra con diffusione di lunghezze d’onda che arrivano ai telescopi con tempi leggermente diversi. Cronometrare l’arrivo delle diverse lunghezze d’onda può indicare  quanto materiale  ha compiuto questo viaggio fino a noi. La causa delle forti raffiche radio rimane ancora sconosciuta, ma la capacità di determinare la loro posizione esatta è un grande passo avanti verso la risoluzione di questo mistero. Inoltre i dati ottenuti potranno essere impiegati per rilevare tutta la materia mancante situata nello spazio tra le galassie.

 

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