Il lancio della missione è in programma per il 2026

06 Dicembre 2024

La missione PLATO (PLAnetary Transits and Oscillations of stars) dell'Agenzia Spaziale Europea ha raggiunto un altro importante traguardo con la consegna dei 26 telescopi che comporranno il cuore della missione. In questi giorni, si sta svolgendo a Firenze la riunione periodica del team internazionale coinvolto nella realizzazione degli strumenti scientifici a bordo della missione, occasione speciale per celebrare la consegna dei telescopi prodotti da Leonardo nei suoi stabilimenti di Campi Bisenzio.

Progettato per rilevare e studiare esopianeti in orbita attorno a stelle luminose, ciascun telescopio, del diametro di 20 cm, è composto da sei lenti realizzate con cinque tipi di vetro accuratamente scelti per garantire la massima qualità ottica nell’ambiente spaziale in cui dovrà operare. Tutti i telescopi sono stati sottoposti a test rigorosi che riproducono le condizioni operative dello spazio, inclusi il vuoto e temperature comprese tra -70°C e -90°C. Dei 26 telescopi, 24 saranno organizzati in quattro gruppi distinti, ognuno che punta una zona diversa del cielo, per l’osservazione scientifica di un’area pari a circa 10.000 volte l’area della Luna piena, mentre due, più “rapidi”, saranno dedicati all’osservazione di stelle molto luminose e fungeranno da guida per il puntamento preciso del satellite, noti come Fine Guidance Sensor.

«L’Italia ha vinto una sfida giudicata all’inizio quasi proibitiva – commenta Mario Salatti, program manager di ASI per la realizzazione dei telescopi. Gli ambiziosi obiettivi scientifici della missione possono essere raggiunti solo con un sistema ottico che garantisca le performance di progetto in condizioni spaziali probanti; l’allineamento delle ottiche è avvenuto però in condizioni terresti e, solo grazie alla assoluta padronanza su ogni aspetto di un sistema tanto complesso, il team industriale italiano è riuscito a garantire le giuste performance senza mai dover ripetere il processo una seconda volta. Ancora più impressionante, il tutto è stato ottenuto per una serie di 26 telescopi, consegnati con la cadenza di 3 unità ogni 2 mesi».

PLATO, terza missione di classe media del programma ESA Cosmic Vision, avrà come obiettivo la scoperta di pianeti di tipo terrestre nella zona abitabile attorno a stelle simili al Sole e di cui misurare dimensione, massa ed età con precisione mai raggiunta prima per determinarne l’abitabilità. Plato condurrà il censimento di migliaia di pianeti rocciosi, ghiacciati, e gassosi giganti per gettare luce sulla formazione, l’architettura e l’evoluzione dei sistemi planetari.

«Il progetto TOU - afferma Isabella Pagano, Direttrice Scientifica INAF e Co-Principal Investigator della missione - è il frutto di una collaborazione efficace tra ricerca e industria. Le sfide affrontate sono state molteplici, tutte risolte con successo nei tempi previsti. I 26 telescopi sono dotati ognuno di una combinazione tra ampio campo di vista e elevata sensibilità, superiore a quanto realizzato finora. La loro realizzazione ha richiesto processi industriali inusuali per la produzione di payload scientifici, tipicamente usati nella produzione industriale ricorrente»..

Il team italiano, di cui fanno parte anche ricercatori dell’INAF, dell’Università di Padova e lo Space Science Data Center dell’ASI, ha contribuito alle attività scientifiche necessarie a definire i requisiti, a verificare le performance strumentali e a preparare l’analisi dei dati.

Il contributo italiano a PLATO è notevole e articolato: sotto il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana – che finanzia le attività industriali per la realizzazione delle parti di responsabilità italiana per la missione e fornisce il supporto al team scientifico – e la supervisione di ricercatori INAF – ideatori del progetto ottico – le strutture opto-meccaniche dei telescopi sono costruite e sottoposte a test per la verifica delle prestazione da Leonardo, Thales Alenia Space Italia e le Pmi Media Lario s.r.l., Hst s.r.l. e Gestione Silo s.r.l. Sempre sotto il coordinamento di Asi e la supervisione di INAF, che ha realizzato anche il software, l’Italia contribuisce alla missione Plato con la Instrument Control Unit (Icu), costruita negli stabilimenti di Livorno dalla Kayser Italia. Infine un team dell’INAF coordina le attività di sviluppo e verifica presso industrie e istituti di ricerca dei paesi europei che afferiscono al Plato Mission Consortium per tutte le 26 camere di Plato, in conformità con l’accordo multilaterale stabilito con l’ESA. Il lancio è previsto per il 2026 dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana francese.

Crediti foto: Leonardo

 

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