A scoprirlo un gruppo internazionale guidato da ricercatori dell’Agenzia Spaziale Italiana, del Mullard Space Physics Lab dello University College London (UCL/MSSL), e l’Istituto Nazionale di Astrofisica

01 Dicembre 2021

Nonostante la corona solare sia fisicamente legata agli strati più bassi dell’atmosfera solare, la sua composizione chimica mostra, sorprendentemente, delle anomalie localizzate.

L’immagine, ottenuta combinando dati ad alta risoluzione multi-quota ripresi dallo spettropolarimetro italiano IBIS, dallo strumento EIS a bordo della missione JAXA Hinode e dalla missione NASA SDO, mostra come le regioni della corona solare interessate da questa anomalia chimica (regioni di colore rosso) siano legate, attraverso i campi magnetici, a regioni cromosferiche dove è stata identificata la presenza di onde magnetiche (onde di Alfvén), ritenute quindi responsabili di questa differenza di composizione chimica.

A scoprirlo un gruppo internazionale guidato da ricercatori dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), del Mullard Space Physics Lab dello University College London (UCL/MSSL), e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). La scoperta è utile al futuro sfruttamento scientifico dei dati della missione Solar Orbiter, che vede un importante contributo italiano.

Questa anomalia chimica, infatti, è stata infatti proposta come tracciante per ricostruire la connettività tra eliosfera e atmosfera solare, che rappresenta uno dei principali obiettivi della missione.

Riferimenti:

Stangalini, Baker, Valori et al. 2021 RSPTA, Spectropolarimetric fluctuations in a sunspot chromosphere.

Baker, Stangalini, et al. 2021 ApJ, On the origin of magnetic perturbations associated to Fip effect.

Murabito, Stangalini et al. 2021 A&A, On the Origin of Magnetic Pertubations associated with the FIP effect.

Contatti:

Marco Stangalini (ASI, marco.stangalini@asi.it)

Mariarita Murabito (INAF, mariarita.murabito@inaf.it)

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