Nonostante la corona solare sia fisicamente legata agli strati più bassi dell’atmosfera solare, la sua composizione chimica mostra, sorprendentemente, delle anomalie localizzate.
L’immagine, ottenuta combinando dati ad alta risoluzione multi-quota ripresi dallo spettropolarimetro italiano IBIS, dallo strumento EIS a bordo della missione JAXA Hinode e dalla missione NASA SDO, mostra come le regioni della corona solare interessate da questa anomalia chimica (regioni di colore rosso) siano legate, attraverso i campi magnetici, a regioni cromosferiche dove è stata identificata la presenza di onde magnetiche (onde di Alfvén), ritenute quindi responsabili di questa differenza di composizione chimica.
A scoprirlo un gruppo internazionale guidato da ricercatori dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), del Mullard Space Physics Lab dello University College London (UCL/MSSL), e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). La scoperta è utile al futuro sfruttamento scientifico dei dati della missione Solar Orbiter, che vede un importante contributo italiano.
Questa anomalia chimica, infatti, è stata infatti proposta come tracciante per ricostruire la connettività tra eliosfera e atmosfera solare, che rappresenta uno dei principali obiettivi della missione.
Riferimenti:
Stangalini, Baker, Valori et al. 2021 RSPTA, Spectropolarimetric fluctuations in a sunspot chromosphere.
Baker, Stangalini, et al. 2021 ApJ, On the origin of magnetic perturbations associated to Fip effect.
Murabito, Stangalini et al. 2021 A&A, On the Origin of Magnetic Pertubations associated with the FIP effect.
Contatti:
Marco Stangalini (ASI, marco.stangalini@asi.it)
Mariarita Murabito (INAF, mariarita.murabito@inaf.it)