Start-up / Spin-off / Incubatori, Risk Finance

Il Piano Strategico SPACE ECONOMY - Quadro di posizionamento nazionale Ver. 1.0 del 2016, definisce la Space Economy come “la catena del valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti, così detto “Upstream”, arriva fino alla produzione di prodotti e servizi innovativi “abilitati”, così detto “Downstream” (servizi di monitoraggio ambientale previsione meteo, etc.).  La crescita del Downstream sarà prevalentemente dovuta alla diffusione di una notevole quantità e varietà di servizi a valore aggiunto con una forte connotazione territoriale, principalmente sviluppati e gestiti da PMI, con impiego di personale a qualificazione medio alta.”

Il settore spaziale nazionale può trasformarsi in uno dei motori propulsori della nuova crescita del paese a condizione che, intorno alle eccellenze scientifiche e tecniche, si costruisca un disegno di sviluppo che allarghi le ricadute ed i benefici all’intero sistema industriale e produttivo, in una nuova chiave di sostenibilità.

ASI, nell’ambito del mandato istituzionale, fornisce il suo contributo tecnico-operativo per lo sviluppo di programmi e attività della Space Economy che trovano attuazione anche nell’ambito di investimenti esterni al budget dell’ASI.

Lo scopo è di consentire all’Italia di trasformare il settore spaziale nazionale, un patrimonio che vale un fatturato annuo di 1,6 miliardi di euro e dà lavoro a circa 6.000 addetti in Italia.

Lo sviluppo del settore spaziale nazionale, è fortemente influenzato dalla disponibilità e dalla allocazione di risorse pubbliche destinate a sostenere i programmi nazionali, gli impegni in ambito europeo e la competitività della filiera industriale. I principali canali di intervento sono:

  • investimenti istituzionali di ricerca, attraverso la dotazione di budget ASI (tramite FOA e altri finanziamenti diretti, anche tramite appositi interventi legislativi), che va a finanziare i programmi nazionali e di collaborazione internazionale e la partecipazione ai progetti dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA);
  • investimenti dell’Amministrazione Difesa per le capacità di osservazione della Terra e comunicazione, spesso nel quadro di iniziative duali;
  • altri fondi, quali FSC e POR, resi disponibili da Stato e Regioni, che vedono il coinvolgimento di amministrazioni centrali, quali MISE, MUR e Agenzia di coesione territoriale;
  • raccogliere le esigenze espresse sia dalle imprese del settore, attraverso le diverse associazioni, che dalle imprese di altri settori, sia PMI che grandi imprese, in merito allo sviluppo di nuovi servizi a valore aggiunto basati su dati satellitari;
  • mettere a sistema i canali d’intervento tradizionali della politica spaziale nazionale con le risorse e le forze delle regioni interessate alle ricadute sui loro territori della Space Economy, operando principalmente attraverso il coordinamento delle iniziative spaziali finanziate con i fondi di cui sopra.

INCUBATORI: START-UP E SPIN-OFF

L’avvio di una Start-Up è il risultato  di  una  serie  di  attività  propedeutiche  che  comprendono  tre  elementi fondamentali: l’analisi  tecnologico-strategica  (es. confronto con lo stato dell’arte), la valutazione del potenziale di mercato (es. modello di business), il reperimento di fondi e capitale di rischio (seed, Venture Capital -VC,  round  1,  ecc.).  Sia che si tratti  di  spin-off universitari,  start-up  o take-up  tecnologici è  cruciale  creare  un ecosistema  favorevole  all’avvio  di  nuove  imprese  attraverso  collaborazioni  con incubatori pubblici, acceleratori ed università/politecnici favorendo il collegamento con soggetti del mondo della finanzia privata e pubblica.

L’ambito Europeo è altrettanto importante a partire dai rapporti con ESA (Technology Transfer Programme), la rete dei BIC (Business Incubation Centres) ed il loro necessario allargamento ad altri soggetti sul territorio italiano così come la partecipazione ad iniziative diffuse di ‘challenges’, ‘hackaton’ od il supporto ad iniziative rivolte a nuovi modelli di business (es. Galileo e Copernicus Masters).

Le attività di trasferimento tecnologico sono da considerarsi trasversali a quasi tutte le attività ASI, ivi compreso il supporto alle attività di ‘space diplomacy’ nella sua forma di ‘space innovation diplomacy’ se si considera i rapporti internazionali o supporto ad attività di foresight raccogliendo il contributo di aziende non-Spazio se si considera l’ambito delle tecnologie o i nuovi rapporti con ESA se si considerano le strategie.

Link Utili

https://spacesolutions.esa.int/business-incubation.html

https://www.lazioinnova.it/innovazione-aperta/iniziativa/esa-bic-lazio/

https://www.fondazioneamaldi.it/en/


RISK FINANCE

Il Panorama Europeo sulle forme di finanziamento di tipo Venture Capital è in notevole fermento. Il Regno Unito è il primo paese ad avere attivato molto recentemente un fondo di investimento di questo tipo per il settore spazio nell’UE, tramite il fondo Seraphim Capital, mentre anche Francia e Germania stanno ragionando in questo senso.

L’ASI, che nel suo statuto ha una specifica previsione, mai attivata, sulla utilizzabilità di tali strumenti innovativi di finanziamento e partecipazione al capitale di rischio ai sensi dell’art. 16 del decreto legislativo n. 213 del 2009, ritiene strategico anche per l’Italia promuovere la costituzione di un autonomo Fondo per il settore Spazio che sappia coniugare le esigenze di acceleratore per il consolidamento (fase “seed”) e di sviluppo sino alla fase early stage (fase “round A”) delle aziende del settore. Si pensa che un taglio di partenza per un fondo Venture Capital nazionale possa essere nell’intorno di 50-70M€. La costituzione di un Fondo Venture Capital (VC) Spazio non è una iniziativa che l’Agenzia può intraprendere in autonomia, essendo questa attività demandata a soggetti finanziari (Società di Gestione del Risparmio -SGR) debitamente autorizzate ad operare dalla Banca d’Italia, sotto ferree e rigide regole. Tuttavia ASI, quale soggetto di riferimento nel settore dell’Aerospazio può promuoverne la costituzione ricoprendo ad esempio il ruolo di Corner Investor con la funzione di assicurare la partenza del fondo, fare da aggregatore di altri contributi pubblici e con tale dotazione iniziale essere anche attrattivo verso capitali privati intenzionati a partecipare al progetto, secondo le logiche proprie del Fondo.

Link Utili

https://www.mise.gov.it/index.php/it/impresa/competitivita-e-nuove-imprese/space-economy

http://www.esa.int/About_Us/Business_with_ESA/Global_Space_Economic_Forum

https://www.eib.org/en/products/blending/innovfin/index.htm

https://www.cdp.it/sitointernet/it/homepage.page

 

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